ATTENZIONE!!!..ai genitori dei bambini di 2 e 3 anni, miei pazienti, con un margine di 3 mesi in più o in meno..dovrei contattarvi singolarmente per compilare i seguenti questionari:
Bimbi di 2 anni (+-2mesi)- (questionario del linguaggio):
Scheda Linguaggio – pag.1: http://www.massimosanasi.it/?attachment_id=1467
Scheda Linguaggio – pag.2: http://www.massimosanasi.it/?attachment_id=1468
Bimbi di 3 anni (+- 3 mesi)-(prevenzione patologia cavo orale): http://www.massimosanasi.it/?attachment_id=1466
Gentilmente potete compilarli e inviarli al mio indirizzo email:
pediatra@massimosanasi.it
o portarli in ambulatorio, a me personalmente o nella cassetta della posta?
E’ abbastanza urgente.
Diffondete e condividete.
Grazie!
Massimo
Il piede ha una funzione fondamentale nello sviluppo motorio del bambino.
Va protetto e rispettato utilizzando scarpine adatte, comode, leggere e
flessibili, che lascino il piedino libero di muoversi, che seguano ed assecondino il suo sviluppo fisiologico.
Nei primi mesi di vita è bene lasciare il piedino il più possibile nudo e libero di ricevere stimolazioni dall’ ambiente. Esiste però l’esigenza pratica di ripararlo dal freddo e dagli urti.
Per il neonato è consigliata una scarpina destrutturata, realizzata in materiale morbidissimo, con la sola funzione di coprire e proteggere il piedino lasciandolo libero di muoversi. L’apertura deve essere ampia per facilitare la calzata.
Il piedino inizia quella sperimentazione motoria che gli consente di acquisire tono muscolare e sensibilità, in preparazione dei primi spostamenti e delle prime esplorazioni autonome.
In questa fase il bambino deve indossare scarpine destrutturate, morbide e leggere che lo accompagnino nei suoi primi movimenti fuori dalla culla e lo aiutino allo stesso tempo a familiarizzare con la calzatura.
Il bambino è sempre più incuriosito da ciò che lo circonda e mette in atto le prime esplorazioni dell’ambiente attraverso il gattonamento.
È consigliata una scarpina leggera, dalla suola morbida e particolarmente flessibile nei punti giusti, per assecondare il movimento naturale del
piedino durante i tentativi di spostamento e di gattonamento.
A quest’età il bambino muove i primi passi, durante i quali il piede riceve le prime stimolazioni plantari che rinforzano la muscolatura e portano alla
corretta formazione dell’arco plantare.
A quest’età è ideale una scarpina flessibile e con un sottopiede che stimoli delicatamente e continuamente la pianta del piede. Non prevede alcun
sostegno plantare ma è leggermente strutturata sul tallone per dare stabilità.
Il piede si sviluppa correttamente e si rafforza durante la normale attività del camminare, soprattutto su superfici irregolari: la sollecitazione della muscolatura del piede e la sua naturale stimolazione porteranno gradualmente alla formazione dell’arco plantare.
Fino ai 3 / 4 anni e oltre il piede non è arcuato,il bambino ha il piede piatto e appoggia tutta la pianta al suolo.
Il piede si sviluppa correttamente e si rafforza durante la normale
attività del camminare, soprattutto su superfici irregolari: la sollecitazione
della muscolatura del piede e la sua naturale stimolazione porteranno gradualmente alla formazione dell’arco plantare.
Il piede del bambino è fisiologicamente piatto, l’arco plantare si
forma naturalmente intorno ai 3 / 4 anni e oltre. E´una condizione
normale che NON deve essere corretta con plantari di sostegno o
sottopiedi anatomici, se non su specifica indicazione del pediatra.
Nei primi mesi di vita il piede rappresenta un importante organo
sensoriale che riceve informazioni dall’ambiente. Inoltre non è ancora
completamente ossificato e quindi facilmente deformabile.
Per questo è bene lasciare il piede libero e nudo il più possibile: la
scarpina in questa fase risponde all’esigenza pratica di proteggerlo da
freddo e urti. La prima vera scarpina strutturata va utilizzata nella fase
del gattonamento e poi dei primi passi.
Una buona scarpina deve sempre essere comoda e flessibile per non costringere
il piedino, con una forma studiata per garantire la massima libertà di movimento del piede e delle dita, leggera per non appesantire il piedino e non affaticare la muscolatura. Deve essere realizzata con materiali che garantiscano la traspirazione e deve stimolare delicatamente la pianta del piede. Deve avere la giusta proporzione tra tacco e suola per favorire la postura corretta e facilitare i primi passi. NON deve avere plantare anatomico almeno fino ai 3 / 4 anni e oltre.
La scarpa va sempre indossata verificando che il tallone del piede sia ben appoggiato allo sperone e controllando che in punta rimangano non più di 4 / 5 mm.
Evitare l’acquisto di scarpine eccessivamente grandi poiché potrebbero creare abrasioni a causa dello strofinamento. Le scarpe chiuse vanno sempre indossate con le calze.
E’ fondamentale che la scarpa non costringa o irrigidisca il piede durante la camminata, deve quindi essere morbida e flessibile, soprattutto nella parte anteriore. Posteriormente invece deve essere leggermente strutturata, con alloggiamento e sostegno per il tallone per dare stabilità e mantenere il piede in asse.
Nella fase dei primi passi è preferibile scegliere una scarpa leggermente alta per aiutare il bambino durante il passo, successivamente non è indispensabile che la calzatura sia alta posteriormente.
Le scarpine devono sempre essere di misura adeguata e non devono mai causare compressioni o costrizioni al piedino. E’ consigliato cambiarle ogni 3 mesi circa nei primi due anni di vita. E’ bene fare un controllo periodico.
Non è consigliato far indossare al bambino scarpine usate perché potrebbero essere deformate e provocare una postura scorretta.
Possono essere sia in cuoio che in materiale plastico: non essendo a contatto con il piede, infatti, non ne influenzano la traspirazione. E’ Importante invece che siano leggere e flessibili nei punti giusti per agevolare il passo e non affaticare la muscolatura.
Il rivestimento interno della scarpa (fodera e sottopiede) ha un ruolo importante
nella calzatura in quanto è a contatto con il piede e ne deve garantire
la corretta traspirazione. Sono quindi da preferire materiali naturali come
pelle di vitello o capra (materiali pregiati e altamente traspiranti) o tessuti
antibatterici.
Pelle
•Polvere e fango vanno rimossi tutti i giorni con spazzola per calzature.
•Periodicamente applicare lucido in crema (sconsigliati autolucidanti).
Vernice
•Utilizzare un panno umido per rimuovere la polvere e ridare lucentezza
Camoscio
•Lavare con un panno imbevuto d’acqua e sapone neutro.
•Per le macchie utilizzare un foglio di carta vetrata sottile o un pezzo di
caucciù.
Tessuto
•Strofinare con un panno umido e sapone neutro.
•Evitare il lavaggio in lavatrice.
•Evitare l’immersione completa della scarpa in acqua
Meglio evitare la lavatrice. La scarpa non va mai immersa totalmente nell’acqua perché potrebbe staccarsi la colla tra tomaia e fodera.
[CLICCA SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRE L’IMMAGINE E MISURARE IL PIEDINO DEL TUO BIMBO]
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Non capita soltanto al tuo bambino..
Per i bambini è abbastanza normale diventare schizzinosi o difficili in materia alimentare , generalmente dal secondo anno di vita fino ai quattro anni di età.
Alcuni bambini impiegano più tempo ad apprezzare una vasta gamma di cibi. La maggior parte dei bambini va incontro a giorni in cui mangiare non comporta problemi e giorni in cui rifiuta di mangiare alimenti che di solito gli piacciono.
Altri bambini diventano molto restii ad assaggiare nuovi cibi, condizione detta neofobia (paura dei nuovi alimenti).
Circa 1 bambino su 10 nasce con la tendenza ad essere più schizzinoso e diffidente verso i nuovi cibi rispetto agli altri, rendendo i pasti un vero momento di lotta con i genitori che tentano di fare il possibile per assicurarsi che il loro bambino mangi in modo salutare.
Leggi anche http://www.massimosanasi.it/?p=1263
Capita che i bambini bagnino il letto durante la notte (enuresi notturna).
Si tratta di una situazione molto più frequente di quanto i genitori possano immaginare che, fino ai 6 anni, non dovrebbe destare allarmismo o preoccupazione nelle famiglie.
Spesso infatti si tratta solo di un ritardo di maturazione nella capacità di trattenere le urine che tende spontaneamente a risolversi con l’adolescenza.
Ci sono pannolini- mutandine concepite per offrire tutta l’assorbenza necessaria per una notte sicura e tenere puliti e asciutti pigiama e lenzuola. E poiché il bambino li può usare in modo semplice e discreto si sentirà più sicuro, e anche una notte passata in casa di amici non sarà più un problema. Queste mutandine possono essere indossate sotto il pigiama e possono essere messe e tolte come tutta la biancheria intima.
Enuresi:
Enurèsi, dal greco, significa propriamente “urinare dentro”, sottinteso “nel letto”. Nonostante questo, viene sempre citato come “enuresi notturna”, sebbene il termine non venga utilizzato per altri tipi di incontinenza.
L’enuresi è il volontario o involontario rilascio ripetuto di urina nei vestiti o a letto in una fase di sviluppo in cui il controllo degli sfinteridovrebbe essere acquisito.
La maggior parte dei bambini raggiunge il controllo degli sfinteri di giorno e di notte all’età di 5 anni. Può essere primitiva (non c’è raggiungimento del controllo degli sfinteri) o secondaria (regressiva), ma circa il 90% dei bambini ha un problema di tipo primario. L’enuresi secondaria viene diagnostica tra i 5 e gli 8 anni.
Viene diagnosticata un’enuresi quando si ha il rilascio di urina due volte alla settimana fino a tre mesi di seguito.
Scarica il Volantino Pieghevole in versione PDF
[1] è unamalattia autoimmune dell’intestino tenue, che si verifica in individui di tutte le età, geneticamente predisposti. I sintomi includonodiarrea cronica, ritardo della crescita nei bambini e stanchezza. Questi sintomi possono essere anche assenti, mentre ne sono stati descritti altri extragastrointestinali.
Si ritiene che la malattia possa interessare da 1 su 1750 a 1 su 105 persone negli Stati Uniti.[2] La celiachia è causata da una reazione alla gliadina, una prolammina (proteina del glutine) presente nel grano e da proteine simili che si trovano nelle tribù diTriticeae, che comprendono altri cereali comuni, quali orzo e segala.[3]
L’esposizione alla gliadina causa una reazione infiammatoria. Ciò porta ad un troncamento dei villi che rivestono l’intestino tenue, chiamata atrofia dei villi. Ciò interferisce con l’assorbimento delle sostanze nutritive, in quanto i villi intestinali ne sono responsabili. L’unico trattamento efficace conosciuto è una permanente dieta priva di glutine.[3]
Il termine “celiaco”è stato introdotto nel XIX secolo grazie ad una traduzione di quello che viene generalmente considerata come una delle prime descrizioni in greco antico della malattia da parte di Areteo di Cappadocia.[4][5]
approfondisci su http://it.wikipedia.org/wiki/Celiachia
Sintomo delle infezioni alle alte vie aeree frequenti in autunno e in inverno, la tosse è tra i disturbi più frequenti nei bambini. La maggior parte delle volte è un fastidio passeggero, ma in certi casi può durare a lungo, preoccupando i genitori. È la tosse cronica, quella che dura oltre quattro settimane. Un sintomo che colpisce il 10% dei bambini, causato spesso da un’infezione bronchiale, ma talvolta da malattie più gravi. Se ne discute a Bergamo durante il VII Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (Sipo), che riunisce i più importanti esperti italiani e internazionali. Spiega Ahmad Kantar, direttore dell’UO Pediatria degli Istituti ospedalieri bergamaschi e presidente del Congresso Sipo di quest’anno: «La tosse può indicare condizioni banali ma anche patologie gravi delle vie aeree o del polmone. A fronte di un bambino con tosse persistente, lo scopo del medico è individuare la causa e impostare un’adeguata terapia, mentre le preoccupazioni dei genitori sono per i potenziali effetti sui figli, quali disturbi del sonno o pericolo di soffocamento». Spesso i bambini con tosse cronica sono sottoposti a numerose visite mediche non solo dal pediatra di famiglia, ma anche in pronto soccorso o da altri specialisti. A tutto ciò si aggiunge talvolta il ricorso a rimedi naturali e farmacologici non sempre adeguati. Ma le cause di tosse cronica nell’infanzia sono diverse da quelle dell’adulto, e anche l’approccio diagnostico-terapeutico deve essere differente. «Oltre all’anamnesi e all’esame obiettivo, la radiografia del torace e la spirometria sono di solito necessari per escludere o individuare alcune cause di tosse» riprende Kantar. E aggiunge: «L’età di esordio, il momento di comparsa, la durata, il decorso e i sintomi associati sono tutti elementi utili alla diagnosi». Alcuni tipi di tosse sono caratteristici e, in ogni caso, la presenza di una tosse umida o produttiva è sempre anormale, e dev’essere un punto specifico per sospettare una condizione polmonare potenzialmente più seria. Sottolinea Francesco Paravati, presidente nazionale Sipo: «La tosse nel bambino andrebbe trattata in base all’eziologia». In pediatria, infatti, nessuna evidenza supporta l’uso di farmaci sintomatici o un approccio empirico basato sulle tre principali cause di tosse nell’adulto, ovvero il reflusso gastroesofageo, l’asma e il gocciolamento rinofaringeo. «È quindi importante sottolineare che i bambini con tosse cronica vanno valutati dallo specialista con protocolli pediatrici specifici, e che la conoscenza delle cause di tosse cronica è indispensabile per impostare una diagnosi corretta e un appropriato trattamento» conclude Paravati.
Tratto da http://www.doctor33.it/
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